La prima signoria dei de Pontibus e la battaglia di Tagliacozzo
Per ciò che riguarda il dominio su Tagliacozzo (il nome comincia ad apparire proprio nell'XI secolo, e l'ipotesi etimologica più equilibrata lo fa derivare da talus cotis = fenditura della roccia), esso era diviso tra varie famiglie feudali, alle quali si aggiunse nel 1173 quella dei de Pontibus, che riuscì infine ad unificare il feudo sotto la propria autorità grazie al favore di Carlo d’Angiò, che volle cosi ricambiare la posizione neutrale mantenuta da Andrea de Pontibus in occasione della Battaglia contro Corradino di Svevia del 1268. Tale famosa battaglia fu tramandata dalla storia col nome di Battaglia di Tagliacozzo e Dante citò l’evento nel XXIII Canto dell’Inferno (vv.17-18): “…e là da Tagliacozzo, / Ove senz’armi vinse il vecchio Alardo.” Infatti Carlo ottenne la vittoria grazie ad uno stratagemma suggeritogli probabilmente da Erardo (Alardo) di Valéry, suo consigliere. Sul campo di battaglia questi schierò soltanto una parte dell'esercito angioino, lasciando una riserva (di circa 700 uomini) nascosta tra i boschi della collina di Alba Fucens. A capo di tale riserva c'era lo stesso Carlo, che si era fatto sostituire sul campo da Enrico di Courance, il quale ne indossava l'armatura e le insegne. Nella prima fase dello scontro l'esercito di Corradino ebbe facilmente ragione di quello avversario e, quando Enrico di Courance cadde ucciso, gli svevi - credendolo Carlo - pensarono di aver avuto partita vinta, sbandandosi al saccheggio dei nemici morti.
Carlo ebbe quindi facile gioco, uscì dal nascondiglio e col suo gruppo ebbe agevolmente ragione degli avversari, ormai incapaci di ricompattarsi per offrire valida resistenza. Corradino si salvò a stento con una rocambolesca fuga, ma catturato in seguito fu decapitato sulla Piazza del Mercato a Napoli. Tutti gli svevi fatti prigionieri sul campo di battaglia furono giustiziati. La battaglia di Tagliacozzo rappresenta l'ultimo atto della potenza sveva in Italia. La fine di Corradino segna infatti la caduta degli Hohenstaufen dal trono imperiale e da quello di Sicilia, aprendo il nuovo capitolo della dominazione angioina.
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