I primi insediamenti urbanistici
Le prime notizie storicamente attendibili relative all'esistenza di un centro abitato nel luogo dell'attuale Tagliacozzo risalgono all'XI secolo. Prima di tale data vi sono soltanto riferimenti al monastero di S. Cosma in Heloritu (oppure Elorito, Olerito, Hilaretu, corruzione medievale dal latino lauretum = laureto, bosco di allori, per bosco in generale) rintracciati in diplomi imperiali già forse carolingi, e poi sicuramente di Ottone I di Sassonia e del nipote Ottone III, datati rispettivamente al 964 e 998. E’ plausibile che intorno al monastero esistesse un agglomerato di casupole di contadini, ma lo sviluppo poi di un vero e proprio centro abitato intorno alle tre Chiese di S. Nicola, S. Egidio e S. Pietro (nella parte alta dell’odierno Paese) dovrebbe risalire agli inizi dell'XI secolo. Non che nelle epoche precedenti la zona risulti disabitata: tracce consistenti di insediamenti in grotte o ripari sotto roccia testimoniano la presenza dell'uomo già in epoca neolitica e nell'età del bronzo.
È però significativo che tali insediamenti si trovino nella parte alta dei monti Arunzo e Civita e nella valle dell'Imele all'altezza di Colle S. Giacomo, mentre nel luogo dell'attuale Tagliacozzo non se ne ritrova traccia alcuna. Cosi è anche dimostrato che il tracciato dell'antica via Tiburtina seguiva quello dell'attuale via Valeria che taglia il paese alto: ne rimangono importanti resti nella parte centrale, oltre ad alcune pietre miliari ritrovate nella zona del Calvario ed altrove. Agli inizi dell'XI secolo il territorio di Tagliacozzo era inglobato nella Contea dei Marsi, creata al tempo della conquista franca a spese del Ducato longobardo di Spoleto, e concessa in feudo nel 926 da Ugo di Provenza a Berardo il Francigeno, capostipite del casato dei Berardi.
Intorno a tale epoca si può ipotizzare l'inizio della creazione di un centro abitato di impianto prettamente medievale, con case piccole ed arroccate sulla frana del monte Civita, intersecate da stradine anguste e spezzate, intorno all'asse viario principale dell'antica Via Valeria. A difesa dell'abitato esisteva già indiscutibilmente una rocca sulla sommità del monte Civita, forse sui resti di una precedente fortificazione equa. Il paese si sviluppò quindi ad ondate verso il basso, espandendosi velocemente forse per l'afflusso di abitanti provenienti da centri vicini, abbandonati perché scarsamente protetti, mentre il nuovo agglomerato venne presto difeso con un primo sistema murario che aveva nel Castello, alla sommità del monte Civita, il suo perno e scendeva poi a valle serrandolo in una sorta di sacca che arrivava all'altezza del Palazzo Ducale.
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